Sai perché tira a guinzaglio?

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Articolo a cura di Francesca D’Onofrio istruttore cinofilo, che si occupa di recupero comportamentale, riabilitazione e apprendimento del cane nel suo Centro “ComunicanDog” di Cornaredo (Milano). Promuove, inoltre, la diffusione della comunicazione del cane nei suo seminari e durante le classi di socializzazione.

Basta uscire di casa per vedere decine di persone passeggiare con il cane a guinzaglio, pochi però sembrano godersi davvero la passeggiata.

Il guinzaglio è da sempre l’incubo primo di moltissimi proprietari. Il cane trascina o si fa trascinare da chi lo conduce, oppure annaspa, cammina a zig zag, abbaia, si impenna, diventa più̀ aggressivo o più̀ pauroso. L’uscita diventa così un percorso di guerra. Ci si ritrova a cercare strade alternative e scegliere orari impensabili pur di non incrociare altri cani o magari biciclette e corridori. E quello che per cani e persone dovrebbe essere uno dei momenti più̀ belli, diventa puro stress per tutti.

È frequente sentire persone che raccontano disperate di averle provate un po’ tutte: guinzaglierie diverse e vari corsi di addestramento, senza però cavarne alcun miglioramento.

Vi siete mai chiesti il perché́?

Non è un collare diverso, né una scatola di biscotti, né tantomeno una punizione che migliorerà̀ le vostre passeggiate. Al cane vanno dati strumenti per acquisire competenze. Idem per il proprietario.

Purtroppo però quello che spesso si insegna (e si vuole!) è il controllo del cane. Poco importa quale sia il costo per lui, quali le sue reali esigenze e le sue emozioni. Tutto ciò̀ non regala certo passeggiate serene al cane ma di certo garantisce una brillante passerella per il proprietario.

Le passeggiate, invece, possono e devono essere un momento di serenità̀ comune.

E allora da dove partire per cambiare le cose?

Occorre chiedersi perché il cane tira e guardare il mondo dal suo punto di vista.

Immaginate di essere voi stessi il cane. Venite agganciati e portati fuori. Avete fretta di raggiungere l’erba, sono tante ore che siete soli in casa e tirate, volete arrivarci subito. Ma poi là fuori tutto è così caotico. Infiniti stimoli: cani, macchine, moto, autobus, persone, ostacoli, odori, superfici non adatte alle vostre zampe e l’impossibilità di allontanarsi da ciò̀ che vi preoccupa, di spostarvi da ciò̀ che vi mette in difficoltà, di avvicinarvi a ciò̀ che vi piace perché́ costretti da pochi centimetri di guinzaglio.

Ora, quanto ci mettereste a spazientirvi e stressarvi? E quando i cani si stressano, tirano.

Una passeggiata serena e rilassante parte da una buona gestione del guinzaglio. Una buona gestione comincia da una comunicazione consapevole, fondamentale per aiutare e non aggravare lo stato emotivo del cane.

Una buona comunicazione si conquista imparando a leggere i segnali sociali dei cani e imparando ad utilizzare la comunicazione non verbale.

Per migliorare le vostre passeggiate, quindi, occorre prima di tutto migliorare il benessere del vostro cane. Benessere che dipende dal suo stato emotivo, da come è in grado di affrontare gli stimoli, da come vive la sfera sociale, da quanta fiducia ripone in voi.

Per questo, spesso, una buona gestione del guinzaglio, non sempre è sufficiente per risolvere tutto. Per il benessere del cane e per raggiungere risultati soddisfacenti, è consigliabile affiancare del lavoro mirato a risolvere eventuali suoi disagi.

Ad esempio sono utili le Classi di Socializzazione e Comunicazione per aumentare le competenze sociali del cane, ma soprattutto per imparare a leggerne i segnali. Un cane capito, un cane che si affida al proprietario, un cane che non avrà̀ più̀ problemi ad incrociare ciò̀ che prima lo preoccupava, non sentirà̀ più̀ la necessità di tirare.

Anche il lavoro cognitivo è un validissimo aiuto. Anche se non direttamente collegato al guinzaglio, accresce l’autostima e la sicurezza del cane, permettendogli di affrontare ciò̀ che lo preoccupa in maniera più̀ sicura.

Non fate mai mancare, inoltre, un giusto periodo di attività̀ fisica. I cani hanno necessità di muoversi! Se possono sfogarsi, correre, esplorare, difficilmente poi avranno energia in eccesso da scaricare e tenderanno a tirare meno.

Tutto questo va conquistato, bisogna lavorare! E non parlo di estenuanti lezioni avanti e indietro con un cane che, sfinito, ad un certo punto comincia a fare ciò̀ che vuole il proprietario. Parlo di lavoro su se stessi prima di tutto, perché́ è facile, anzi facilissimo cadere nell’impazienza e nell’incomprensione.

Ed è altrettanto facile dimenticarsi che il mondo visto con gli occhi dei nostri amici a quattro zampe è molto diverso da quello che vedete voi. E’ essenziale l’osservazione, tanta empatia e infinita coerenza. E testa. Perché́ usare le braccia è facile. Mettere un collare a strangolo ad un cane per dichiaragli che se non farà̀ ciò̀ che gli si chiede sentirà̀ dolore non richiede grandi sforzi. E non è meno grave strattonare ripetutamente il cane che indossa una pettorina, è sempre una forma di violenza. Inutile. Questa non è educazione e di certo non è rapporto.

Raggiungere una buona intesa e passeggiare a guinzaglio senza problemi comporta tanto lavoro, tempo, impegno e coerenza. Ma quando vedrete il vostro cane sereno e che si affida a voi verrete ripagati di tutto!

Per approfondimenti si rimanda al manuale “Sai perché tira a guinzaglio? Le cause e le possibili soluzioni.” di Francesca D’Onofrio.

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